VESTIRE LA DIPLOMAZIA
Compagnia Zappalà danza
da un’idea di Roberto Zappalà
autori e interpreti Filippo Domini e Erik Zarcone
produzione Scenario Pubblico CZD /Centro di Rilevante Interesse Nazionale per la Danza
con il sostegno di MIC Ministero della Cultura e Regione Siciliana Ass.to del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo
Diverse sono le modalità dell’essere diplomatici. La comunicazione non verbale presuppone, allo stesso modo di quella verbale, la presenza di due o più interlocutori. Etimologicamente, la parola diplomazia è di origine greca, formata dalle parole “diplo” che significa “raddoppiato in due” e dal suffisso “-ma” che esprime “il risultato di un’azione”. Uno strumento essenziale della diplomazia è il negoziato. Nell’interazione tra due diversi corpi si avverte l’esigenza del trovare un territorio comune, una sorta di “punto d’incontro”. La diplomazia del corpo è strettamente collegata alle parole “tatto” e “finezza”. “Vestire la diplomazia” nasce dall’esigenza di indagare l’abilità dell’accortezza, della cautela, della circospezione e della finezza, in un intrecciato processo di scoperta dell’altro.
KOI NO YOKAN
Compagnia degli Istanti
ideazione Simona Bucci
di e con Luca Campanella e Francoise Parlanti
luci Gabriele Termine
musica Michael Gordon
produzione Compagnia Simona Bucci/Compagnia degli Istanti
organizzazione Marika Errigo
segreteria organizzativa Claudia Sannazzaro
con il contributo di MiC, dip. dello spettacolo dal vivo e Regione Toscana
Koi No Yokan è un’espressione di lingua giapponese che rappresenta la sensazione di aver incontrato la persona per cui si è destinati. Un presentimento di un legame profondo, che troverà conferma soltanto col tempo.
BEHIND YOU
COB – Compagnia Opus Ballet
Estratto da White room
Un momento intenso e drammatico estratto da “White room” di Adriano Bolognino, una creazione che vuole approfondire gli aspetti emozionali dell’inverno, indagandone la trasposizione in forma di stato d’animo. Le difficoltà della vita spesso ci consegnano una sfida sotto diverse forme, ridisegnando i contorni delle paure quotidiane e dei contesti di pubblica esposizione, costringendoci ad un lungo inverno dell’anima. In un manto nevoso, desolato, si accende dal nulla una fiamma. Anche l’inverno possiede i suoi colori, che nel gelo e nel silenzio possono essere ancora più dirompenti. Racchiusi tutti in un bianco candido. Dobbiamo solo riscoprirli.
INFERNO
Kaos – Balletto di Firenze
coreografia Francesco Mangiapane
produzione Kaos Balletto di Firenze
diretta da Roberto Sartori e Katiuscia Bozza
danzano Letizia Filippucci, Cristina Moro, Francesca Roini, Giada Molinario,
costumi Riccardo Occhilupo
disegno luci Gabriele Termine
Una selva notturna, bagnata dalla luna ci accompagna all’interno di questa danza viscerale, una tortuosa chiave d’accesso al mondo del sottosuolo, a quell’inferno, concepito come nido, celato e nascosto agli occhi.
In questa pièce il corpo, estensione naturale della terra, percuote lo spazio; Urla in forme grezze, si dimena in gesti appena svezzati parlandoci di un’anima antica, preistorica che è sola mistura d’istinti, pensieri di fango e peccati.
E’ una danza rituale, un baccanale che ci riposiziona all’interno della brutalità della nostra natura.
L’inferno è questo, una memoria d’istinti, un magnetismo infinito, che trascina il corpo al centro della terra.