STRANI CORPI STRANIERI

Category
Francoise Parlanti, PRODUZIONI ADULTI

Ideazione, coreografia e interpretazione  Françoise Parlanti e Ibrahim Zongo

Produzione Compagnia degli Istanti/Compagnia Simona Bucci

Direzione organizzativa Marika Errigo

Segreteria organizzativa Claudia Sannazzaro

Promozione E. Massimiliano Nocentini Cica

Con il sostegno di MIC. Dip. dello Spettacolo e Regione Toscana

 

Due danzatori, un uomo e una donna, africano lui, italiana lei; età diverse, esperienze di vita diverse, lingue diverse e culture diverse.

Un dialogo fra due realtà dove la parola “energia”, come concetto di base dell’esistere, e la parola “spazio” sono i punti di partenza dell’indagine coreografica. Il desiderio è quello di indagare attraverso il corpo il concetto di “esistere”, creando un ascolto fra due energie, che non sono solo diverse perché una maschile e l’altra femminile, ma diverse perché portano in sé esperienze di vita, culture, lingue diverse.

Da qui il titolo: Strani Corpi Stranieri, dove la parola “strani” viene associata all’energia della vita che può essere inconsueta, dubbiosa ma anche stravagante, originale, straordinaria, misteriosa, incredibile, inverosimile, sconcertante, inspiegabile, sorprendente. Non esistiamo senza energia e non esistiamo senza un “corpo” che faccia vivere questa energia.

Due corpi “stranieri” connessi in un comune ascolto.

 

Nella lingua mòoré, lingua africana del Burkina Faso, la parola “Sïga” viene usata per dire energia vitale, anima, spirito, vivere ma racchiude in se anche concetti come “vivere lo spazio”, “trasmettere energia per creare spazio nel mondo”, “costruire la morfologia della vita.

 

Corpo, energia e spazio tre elementi legati inevitabilmente fra loro. Lo spazio è abitato da un’energia, un ritmo che appartiene da sempre all’esistenza dell’uomo.

Attraverso di essa ci muoviamo, entriamo in relazione con gli altri, ci innamoriamo, celebriamo ogni evento della vita, preghiamo, viviamo. L’energia dell’esistere dialoga costantemente con l’energia dello spazio; lo attraversa, lo filtra, lo trascina, lo accoglie, lo spinge, connettendo indistintamente tutto e tutti. Universali connessioni che “danzando” attraverso lo spazio fanno un corpo che “esiste” e quindi respira, pensa, sogna, ama, nasce e muore.