ME/MOIRE

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Archivio produzioni adulti, Camilla Giani

IDEAZIONE E REGIA: Camilla Giani
COREOGRAFIA: Yumiko Yoshioka
PERFORMERS: Silvia Bennett, Camilla Giani, Margherita Landi
MUSICHE ORIGINALI: Alberto Gatti, Samantha Bertoldi
LIGHT DESIGN: Gabriele Termine
COSTUMI: Matteo Pecchioli
PRODUZIONE: Compagnia degli Istanti

con il sostegno di: MIBACT -dip. per lo spettacolo dal Vivo, REGIONE TOSCANA
si ringrazia per il sostegno: SPAM – rete per le arti contemporanee

 

ME/MOIRE È UN PROGETTO DI FUSIONE TRA LA DANZA CONTEMPORANEA E IL BUTOH, AVVIATO NEL 2015 DALLA COMPAGNIA SIMONA BUCCI, CHE NASCE DALLA COLLABORAZIONE TRA LA NOTA COREOGRAFA GIAPPONESE YUMIKO YOSHIOKA, LA DANZATRICE E REGISTA ITALIANA CAMILLA GIANI E LA COMPAGNIA STESSA.

 

Il tema della ricerca, incentrato sulla fusione di linguaggi e culture, verte sulla visione della Memoria come bagaglio comune dell’essere umano. La memoria è lo strumento attraverso il quale costruiamo la nostra identità, se non possiamo ricordare non ‘siamo’, per quanto paradossale possa apparire. Ma la memoria è un luogo: dinamico, mutevole e impreciso e soprattutto infedele ai fatti. Me/moire è un viaggio del corpo alla ricerca della propria identità. Individuale, sociale, collettiva e relazionale. Figure astratte viaggiano attraverso paesaggi e situazioni come se potessero accedere ad un inconscio collettivo fatto di luoghi e corpi in movimento.

 

Viviamo creando memoria. La memoria si frammenta, affiora incontrollabilmente o viene richiamata, fa di noi ciò che siamo e ciò che saremo. La nostra identità stessa è semplicemente e fragilmente basata sui ricordi: privi della memoria cosa siamo? Un corpo che respira. Ogni volta che un ricordo riaffiora alla mente ritorna con un vestito leggermente diverso, un dettaglio nuovo, un colore più acceso o forse una mutilazione, creando una moltitudine di immagini emotive che ci accompagnano nella vita che aumentano con il passare del tempo, affollando il presente e il futuro. Memoria o illusione? Tre figure collocate fuori dal tempo creano e vivono queste immagini in mutamento danzando tra universale e particolare. Fuse in un susseguirsi fluido di corpi e forme disegnano luoghi conosciuti e paesaggi primordiali. Saldamente ancorate al corpo come realtà sviluppano una lotta autoironica alla scoperta di un’identità isterica

“YOUR MEMORY IS A MONSTER; YOU FORGET—IT DOESN’T. IT SIMPLY FILES THINGS AWAY. IT KEEPS THINGS FOR YOU, OR HIDES THINGS FROM YOU—AND SUMMONS THEM TO YOUR RECALL WITH WILL OF ITS OWN. YOU THINK YOU HAVE A MEMORY; BUT IT HAS YOU!”
JOHN IRVING